Su Spotify, al seguente link:
00:11▪︎LA PRIMA GUERRA MONDIALE: l’attentato di Sarajevo – la battaglia di Verdun
00:39▪︎Lenin e le tesi di aprile – la Rivoluzione d’ottobre
01:10▪︎Trockij e l’Armata rossa – l’avvento di Stalin
01:37▪︎L’ingresso nel primo conflitto mondiale degli Stati Uniti d’America – la battaglia di Caporetto – il ruolo di Lawrence d’Arabia
02:05▪︎La Repubblica di Weimar – i poeti russi Majakovskij, Esenin e Blok
02:34▪︎Le teorie di Einstein sulla Relatività
02:56▪︎Gabriele D’Annunzio ed il suo ruolo militare – la nascita del gioco del calcio ed i traguardi di Pozzo e Meazza
03:26▪︎L’invasione giapponese della Manciuria
03:52▪︎La crisi del ’29 – il ruolo di Al Capone – le architetture di Frank Lloyd Wright
04:18▪︎LA SECONDA GUERRA MONDIALE: prefazione e commenti preliminari
04:50▪︎L’invasione tedesca della Polonia – il ruolo della linea Maginot – l’ascesa politica del Duce
05:19▪︎L’operazione Barbarossa e la sconfitta tedesca
05:46▪︎Le mosse politiche di De Gaulle e Churchill – la resa del Fuhrer
06:15▪︎Jesse Owens e le prime Olimpiadi moderne – le bombe atomiche e la resa nipponica
06:39▪︎Il processo di Norimberga e la morte di Göring
Testo:
“Salutato Prufrock, ben presto la sfera della stilo
si trasformò in pallottola serba ed in un rovescio francese d’aereo profilo,
che sfociò nel conflitto tra galli e germani, che nelle verdi terre trovò asilo
e nella dipartita ad est dei russi, che dell’intera trama mi fece perdere il filo.
Un treno elvetico riportò in patria il padre bolscevico,
che quand’in ciel l’ariete al tor da spazio, le tesi pubblicò contro il nemico
e, quando autunno arrivò, la rivoluzione prese un poter che non vi dico,
riorganizzando, in toto, l’apparato dell’ultimo Zar e del suo ideale antico.
L’internazionalista ecco che su tela bianca colora di rosso,
ma in litorussia si sancisce la segmentazione degli stati a lui ridosso
e, seguentemente, si troverà ad affrontare il più alto dosso:
la rivoluzione permanente cederà in un sol paese al socialismo ortodosso.
L’ingresso nel conflitto dei soldati con stelle e strisce sul petto
lasciò presagire per gli imperi centrali un Caporetto,
divenuto certezza quando gli ottomani sfidaron Lorenzo e il suo gruppetto
e i sovranismi nazionali, infin, fecero alla vecchia alleanza gran dispetto.
Dai colori di Weimar al braccio teso ariano il passo ora è breve,
breve come, nel frattempo, la vita del poeta russo dalle lunghe leve,
che infin perdona il collega che troppa vodka beve,
quando da dodici amici un sol rimase a cui dar ultime parol di massa greve.
Quest’ultima, con la “M” maiuscola,
fu tanto cara alla mente tedesca di cui, oggi, il gran valor ancor si calcola
alla ricerca di un ponte per il raggiungimento di una stella,che lo Spazio tra due Tempi ancora ostacola.
Rimanendo nel settore, allor tra le figure geometriche la sfera prese piede,
dal cuoio d’India ai piedi degli zebrati alunni che sott’alpi han la sede
e, poi, si scoprirà un Pozzo di scienza calcistica, dopo’l Vate, d’alpina fede
che con Meazza, per il doppio oro, al tavolo dei record, or ora, siede.
Ad est, al contrario, la sfera fu in quel periodo
un sol levante che mise a nudo conflitti pesanti oltremodo
in Manciuria e lungo il suo confine scomodo,
la cui occupazion futura inserì nella storia orientale il più profondo chiodo.
Gli Stati Uniti cedettero ad una devastante depressione,che di scovar l’uom dalla grossa testa fu, forse, l’occasione
e per cui l’architetto organico propose per l’edilizia una sostenibil visione,
ma ora ecco che il globo si prepara ad un tempo di tremenda distruzione.
Fermi tutti! Con voi che leggete ed udite devo esser franco:
questa è la pagina più nera della storia che sta a noi a fianco,
tra fissioni d’atom e deportazioni, anche se nel ricordar son triste e stanco
devo narrarne, com’alber fiorito, che non può nasconder il marcio tronco.
Il governo tedesco con in mano una Molotov mirò la Polonia
ed il lampo oltre Maginot fu per i nemici una bieca epifania,
poco prima che’l duce fondatore dell’impero gettò gli italiani nell’insonnia,
ma ecco che ad est le intenzion si rivolgono, per malinconia di monotonia.
Sì, marcian i soldati…sì, marcian verso il fronte…
sì, marcian i soldati…prim l’elmetto, poi’l berretto sulla fronte,
per affrontare il freddo grado che con l’Europa fa ponte,
ma lor aspetta la sconfitta, sotto la statua alta come un monte.
Lo scenario allor mutò, tra liberazione e resistenza:
De Gaulle e Churchill, nell’ora più buia, regalaron una nuova adolescenza
all’Europa allorchè il terzo Reich bruciò l’ultime volontà di potenza,
infin che il bunker fu scenario dell’ultima violenza.
Violenza che fu nipponica nelle isole a levante,
che fece piegare il capo di mezzo oriente e a Berlino del figlio volante,
che, via mare, cinquantasei volte penetrò e fu respinta, barcollante,
che venne sedata da un abbagliante bagliore accecante…
Alla sbarra siedon ora, mani giunte, sguardi in croce,
alla sbarra siedon ora, si sussurra a bassa voce…
uno in fondo, lungo e chino, sul suo viso un riso atroce,
vola basso…a breve vita del veleno lo conduce.“